Nasce dalla collaborazione tra il Museo Nazionale Collezione Salce (Direzione Regionale Musei Veneto), la Cineteca del Friuli e Suasez, l’originale viaggio nel cinema di Pier Paolo Pasolini, che apre i battenti a Treviso, nella chiesa di San Gaetano che per la prima volta diventa sede espositiva. La mostra, che si potrà ammirare sino al 3 luglio, è a cura del Museo Nazionale Collezione Salce. Ad essere proposti sono 21 manifesti, tutti provenienti dal Fondo Gianni Da Campo della Cineteca del Friuli di Gemona del Friuli; ad accompagnarli, un nuovo manifesto dedicato al centenario pasoliniano, appositamente creato da Renato Casaro, il grande cartellonista trevigiano cui è dedicata, sino al primo maggio, una antologica in tre sedi: le due della Collezione Salce e il Museo Civico di Santa Caterina.
I manifesti proposti dalla mostra sono quelli di Accattone (1961), Amore e rabbia (1969 – sequenza del Fiore di carta), Appunti per un film sull’India (1968), Capriccio all’italiana (1968), Che cosa sono le nuvole? Comizi d’amore (1964), Edipo re (1967), Le streghe (1967), La Terra vista dalla Luna, Mamma Roma (1962), Medea (1969), Porcile (1969), La rabbia (1963) docu-film in due parti, Ro.Go.Pa.G. (1963), La ricotta, Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (1965), Teorema (1968), Uccellacci e uccellini (1966), Il Vangelo secondo Matteo (1964), 12 dicembre, regia non accreditata e condivisa con Giovanni Bonfanti (1972), Appunti per un’Orestiade africana (1970), Il Decameron (1971), Il fiore delle Mille e una notte (1974), Le mura di Sana’a (1971), I racconti di Canterbury (1972), Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), Storie scellerate (1973).
Inoltre altri film con Pasolini coinvolto nella veste di sceneggiatore, attore, o altro: La notte brava (1959), Il bell’Antonio (1960), Requiescat (1967).
“Dal 1961 al 1975, anni in cui Pasolini realizzò i suoi film, evidenzia Daniele Ferrara, Direttore Regionale Musei Veneto, la promozione cinematografica era affidata prevalentemente ai supporti cartacei, manifesti, locandine e fotobuste. La realizzazione di alcune di queste affissioni venne affidata a celebri pittori, in altri casi a grafici che impaginavano materiale fotografico. Naturalmente il tutto era condizionato dalle esigenze della produzione e della distribuzione.
Per la locandina di Accattone Pasolini aveva beneficiato dell’apporto di pittori importanti come Corrado Cagli, Carlo Levi, Mino Maccari e Anna Salvatore che avevano ognuno disegnato un manifesto. Il pittore ufficiale però fu Alessandro Simeoni (1928-2008), in arte Sandro Symeoni che ritrae il protagonista Vittorio Cataldi (Franco Citti) in un cromatismo scuro.
La locandina di Mamma Roma è una composizione grafica di Gigi De Santis che mostra una fotografia in cui Mamma Roma abbraccia il figlio Ettore mentre questi guida una motocicletta. La locandina della Rabbia invece è dello Studio Ravalli, e in essa Pasolini si mette in posa a sinistra per contrapporsi a Giovannino Guareschi collocato a destra. Comizi d’amore (1964), realizzato prima del Vangelo ma uscito dopo, venne illustrato dal pittore Mauro Innocenti in arte Maro, che ritrae due ragazzi innamorati, abbracciati. Uccellacci e uccellini (1966) è invece un disegno di Carlantonio Longi (1921-1980). Edipo re (1967) è realizzato da Roberto De Seta, in arte Bob De Seta che mostra il servo di Laio che trasporta il piccolo Edipo sull’Acheronte dove rinuncerà a sopprimerlo e la reggia di Tebe dove egli sposerà la madre usurpando il trono paterno. Anche Teorema (1968) è di Bob De Seta. Vi domina il volto di Terence Stampo, e con l’immagine di Silvana Mangano sottostante. Porcile (1969) venne dipinto da uno dei più importanti pittori di cinema Angelo Cesselin. Enrico De Seta è il grafico, oltre che disegnatore, del film Medea (1969) dove vennero montate alcune foto di Mario Tursi (1929-2008)”.
“Con questo omaggio che abbiamo voluto tributare a Pier Paolo Pasolini il Museo Salce avvia una collaborazione con la Cineteca del Friuli, a confermare – afferma ancora il Direttore della Direzione Regionale Musei Veneto (Ministero alla Cultura), Daniele Ferrara, una precisa strategia: porre sempre più il Salce all’interno di una rete nazionale ed internazionale di ricerca, scambi e collaborazioni. Una scelta che sarà ulteriormente messa a punto nel programma espositivo e di studio che il Museo sta mettendo in atto con la nuova direzione affidata ad Elisabetta Pasqualin.
“Per la prima volta, evidenzia Chiara Matteazzi, che della mostra è l’allestitore, la chiesa di San Gaetano, annessa alla omonima sede espositiva del Salce, diventa sede di mostre. L’allestimento è stato realizzato al centro dell’edificio per consentire di ammirare l’ambiente e le opere d’arte della chiesa, recentemente restaurata dalla Direzione Regionale e da essa aperta alle visite”.
Info: www.collezionesalce.beniculturali.it