Alberto Giacometti e Lucio Fontana per la prima volta insieme. Un progetto museale inedito presenta l’incontro ideale e il dialogo potente fra due giganti del Novecento, grazie al confronto straordinario fra capolavori in arrivo dall’Italia e dall’estero.
Firenze ospita un doppio appuntamento ideato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, che affonda nella ricerca inesausta e ostinata dei due maestri, protagonisti di un viaggio parallelo che intende suggerire nuove strade di analisi e sondare nuove interpretazioni.
La mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto, a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti (fino al 4 giugno 2023), sarà ospitata all’interno degli spazi monumentali del Museo di Palazzo Vecchio, in particolare nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello. Per la prima volta, infatti, saranno messe in relazione queste due colonne portanti del XX secolo, così distanti nelle attitudini e nella vita, ma altrettanto legate da una riflessione sulla verità nell’arte, conquistata attraverso l’esperienza della materia e insieme dell’immaginazione, in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio. Un colloquio che vuole suscitare domande piuttosto che dare risposte, per stimolare il dibattito critico e inattese narrazioni attorno ad affinità di pensiero e riferimenti condivisi. Una mostra in cui le opere accostate acquistano la potenza evocativa di un sogno, la cui presenza va interpretata cercando risposte lontane nel tempo e nel futuro.
In concomitanza con questo grande progetto, il Museo Novecento dedicherà ben due piani delle ex Leopoldine alle sculture e ai disegni di Lucio Fontana. La mostra Lucio Fontana. L’origine du monde, (dal 2 marzo al 13 settembre 2023), nasce dalla volontà di esplorare alcuni aspetti ancora poco sondati dell’opera del maestro italo-argentino, tra gli autori più innovativi del secolo scorso, quali la relazione originaria tra creazione artistica, procreazione e nascita della vita nell’universo, e il rapporto tra mondo finito e infinito. Saranno presentati disegni, dipinti e sculture dal ’46 fino agli ultimi anni della sua lunga carriera.
“Questa esposizione ci offre un’occasione unica per provare a comprendere il rapporto tra passato e modernità e la continuità del dialogo interno al mondo dell’arte e degli artisti” dichiara Dario Nardella, Sindaco di Firenze. “Tutto si tramanda e si trasforma. Nella Sala dei Gigli l’umanità frastagliata di Giacometti si confronta con l’umanesimo di Donatello, espresso nell’imponente Giuditta appena sottoposta a cura e pulizia, mentre l’esperienza del rapporto tra uomo e cosmo definita da Fontana si rapporta con la geometria perfetta del soffitto e con l’enorme globo della Sala delle Carte geografiche poco più avanti, il perfetto riassunto della cosmogonia dei Medici.
Siamo di fronte a un cortocircuito di storia, arte, sensazioni e percezioni che rende davvero inedito questo progetto e cha fa di Firenze ancora una volta non solo la naturale culla dell’arte ma anche sede perfetta dei tanti rinascimenti che si manifestano continuamente dal passato ad oggi”.
“Un inedito progetto espositivo che unisce due giganti del Novecento artistico” commenta Alessia Bettini, vicesindaca e assessora alla Cultura. “Per la prima volta le opere di Alberto Giacometti e Lucio Fontana saranno messe a confronto e dialogheranno con gli spazi monumentali di Palazzo Vecchio grazie a un allestimento straordinario. Una mostra unica e imperdibile”.
“Questo progetto di mostra nasce da un sogno” spiega Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento e ideatore delle due mostre. “Un viaggio nel tempo più remoto e nel futuro più distante. Figure umane scarnificate, ridotte all’essenza, prosciugate ma erette in piedi o in cammino su un piano corrugato come di un pianeta ancora in via di formazione. E su questo terreno piccole e grandi forme vulcaniche simili a grandi polpette, rugose, plasmate da forze originarie, nel loro viaggio infinito nel cosmo prima di atterrare come meteoriti ai piedi di quei corpi antidiluviani, ominidi sulla soglia di vita e morte, di giorno e notte. Svegliatomi ho riconosciuto in quelle figure opere a me note di Alberto Giacometti e Lucio Fontana. L’Homme qui marche, la grande Femme debout, i Concetti spaziali in bronzo o terracotta. Da quel giorno sono passati molti anni. Ma il sogno non ha cessato di interrogarmi, di sollecitarmi fino a oggi. Finalmente l’immaginario si ricongiunge alla sua matrice onirica nella concretezza della mostra. Le opere di Giacometti e Fontana adesso stanno assieme, accostate nella mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto all’interno delle sale di Palazzo Vecchio e ci invitano a interrogarci sul senso poetico emerso con questi accostamenti. Un senso poetico ritrovato. Forse è questa la cifra dell’immortalità e dell’eternità di questi capolavori. Figure che interrogano il mistero dell’essere dell’uomo sulla terra e nel cosmo. Che si tratti di vita all’ennesima potenza, o dell’enigma dell’esistenza, lo capiremo anche di fronte alle opere di Lucio Fontana esposte in questa occasione al Museo Novecento. Il titolo della mostra, L’origine du monde, derivato dal celebre capolavoro di Courbet vuole dare senza mezzi termini indicazione del percorso scientifico che apre a nuove letture sull’opera di questo genio italo-argentino”.
“Per la prima volta due giganti del Novecento si incontrano e si toccano” dichiara Chiara Gatti, Direttrice del MAN di Nuoro e curatrice della mostra. “Non si tratta del solito dialogo ideale senza basi scientifiche, come spesso accade nel mondo delle mostre. Giacometti e Fontana si sfiorano nella storia, lavorano negli stessi anni, citano gli stessi maestri (Giotto fra tutti), percorrono le stesse rotte e, soprattutto, guardano nella stessa direzione: verso il vuoto, l’invisibile, il sacro, l’altrove fisico e mentale”.
Didascalia foto : Alberto Giacometti, L’Homme qui marche I, Photo Claude Germain – Archives Fondation Maeght (France)