Palazzo Bonaparte di Roma ospita per la prima volta una mostra dedicata alla scultura iperrealista, in cui sono esposte 43 mega-installazioni dei più grandi artisti contemporanei. Le sculture sono impressionanti, è difficile distinguere un corpo vero da un’opera d’arte tanto i dettagli sono realistici, fin nei minimi particolari.
Gli artisti esposti, 29 in tutto, sono i più importanti protagonisti a livello internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell’installazione “Ghosts” o la famosa banana, meglio detta “Comedian”) a Ron Mueck che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson e molti altri ancora.
Una mostra che provoca, interroga e riunisce gli artisti che più di tanti altri hanno fatto discutere: cosa ha portato le sculture iperrealiste a creare un cortocircuito nella mente dei visitatori? Sappiamo che non sono reali, eppure quella pelle, i capelli, le barbe, le dita ci dicono il contrario. I corpi nudi ci scandalizzano, gli occhi ci ipnotizzano e quelle dimensioni – a volte perfettamente in scala e a volte sbagliate – ci confondono: Sembra vivo! Lo è davvero?
Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che rivela il carattere internazionale del movimento iperrealista che, dagli anni ‘70 in poi, si è costantemente evoluto adottando tecniche sempre nuove e variegate di modellazione, fusione e pittura della materia, per raggiungere livelli sempre più alti nella rappresentazione realistica della figura umana.
Le sculture iperrealistiche emulano le forme, i contorni e le texture del corpo umano o sue singole parti creando una strabiliante illusione visiva e un’estrema verosimiglianza; sculture a grandezza naturale di persone comuni che imitano la presenza molto palpabile di un altro essere umano.
Sembra vivo! è una mostra “supervisiva” che, tra arte e filosofia, porta a una riflessione sul significato dell’essenza del visibile attraverso opere e figure anonime a grandezza naturale che riproducono – in modo quasi maniacale – la realtà, con grande attenzione per i dettagli più infinitesimali che creano un impatto quasi surreale, in cui l’osservatore è automaticamente portato ad interrogarsi sull’efficacia della mimesis e sulla veridicità dell’illusione, in una rappresentatività che supera il Realismo e travalica il senso del vero.
La mostra – ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, è curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario ed è prodotta e organizzata da Arthemisia, che ancora una volta – dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, propone progetti nuovi e visionari sulla scienza dell’arte contemporanea in Italia.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision e partner Mercato Centrale Roma.
Il catalogo è edito da Skira.