Il Museo del Novecento, in collaborazione con la Fondazione Bonotto, presenta “Fluxus, arte per tutti. Edizioni italiane dalla collezione Luigi Bonotto” a cura di Patrizio Peterlini e Martina Corgnati. La mostra, in programma nello spazio degli Archivi fino al 16 aprile 2023, analizza per la prima volta tramite pubblicazioni, opere e documenti il ruolo chiave dell’Italia nell’ambito di Fluxus, a sessant’anni dal Festival “FLuXuS Internationale FesTsPiELe NEUEsTER MUSiK” di Wiesbaden del settembre 1962.
Nato tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta grazie all’artista, architetto e organizzatore culturale George Maciunas, Fluxus si sviluppa soprattutto negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, ed è al centro di una rivoluzione estetica e sociale che mira a intrecciare arti visive e performative, musica sperimentale e teatro dando anche vita a festival, happening e concerti con la volontà di eliminare la divisione nelle arti e, in generale, quella tra esistenza e creazione artistica.
Anche l’Italia partecipa in misura importante alla diffusione di Fluxus, in particolare con significative esperienze nella produzione di “edizioni”: oggetti, cartelle di grafica, libri d’artista in diversi esemplari. Queste opere sono realizzate da mecenati e operatori culturali insieme ai protagonisti del movimento, come Eric Andersen, JosephBeuys, George Brecht, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Geoffrey Hendricks, Allan Kaprow, George Maciunas, Nam June Paik, Ben Patterson, Dieter Roth, Wolf Vostell, Bob Watts e molti altri.
La realizzazione di edizioni gioca un ruolo essenziale nella diffusione sistematica del movimento, una scelta strategica che identifica come punti di forza i bassi costi di produzione, la facilità di distribuzione (anche per posta) e l’accessibilità al grande pubblico grazie ai prezzi economici. Caratteristiche che rispondono in pieno all’idea di democratizzazione dell’arte perseguita
da Fluxus. È infatti nel secondo manifesto del 1963 che Maciunas parla di una Revolutionary Flood che renda l’arte accessibile e comprensibile a tutti, con un attacco diretto e senza mediazioni al sistema del mercato. L’idea dell’inondazione s’incarna nelle piccole edizioni che caratterizzano la produzione Fluxus: una miriade di piccolioggetti che, come l’acqua, possono arrivare ovunque portando con sé la nuova visione estetica del mondo.
“Fluxus, arte per tutti. Edizioni italiane dalla collezione Luigi Bonotto” è il terzo appuntamento che chiude il ciclo dedicato a Fluxus dalla Fondazione Bonotto nei suoi dieci anni di attività. Ogni mostra ha affrontato un tema specifico fondamentale per l’esperienza del movimento: i libri d’artista, protagonisti di “Fluxbooks” organizzata a Venezia nel 2015 in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa e la musica, con un’ampia raccolta di partiture, dischi e strumenti musicali Fluxus, al centro della seconda esposizione “Sense Sound Sound Sense”all’Auditorium Parco della Musica di Roma nel 2016 e Whitechapel a Londra nel 2019. La terza e ultima tappa, al Museo del Novecento di Milano, pone per la prima volta l’accento sull’esperienza editoriale italiana e sull’attività dei suoi protagonisti: Rosanna Chiessi, che fonda nel 1971 la “Pari&Dispari” edizioni; Francesco Conz, le cui edizioni iniziano nel 1972; Gino Di Maggio, Beppe Morra e le storiche edizioni ED 912 animate da Gianni Emilio Simonetti e Daniela Palazzoli.
I multipli e le numerose edizioni in mostra, provenienti dalla Collezione Luigi Bonotto, esplorano e approfondiscono il radicale cambiamento che la diffusione delle edizioni apporta nella fruizione dell’opera d’arte nel mondo Fluxus e dei suoi estimatori.
Da oggetto d’élite, destinato a pochi fruitori di una ristretta cerchia di facoltosi intenditori, l’opera diviene un oggetto cheap, accessibile e acquistabile da chiunque, spesso corredata di un “manuale di istruzioni” per un’azione da compiere a casa propria, come spesso invitano a fare le indicazioni contenute negli “Events” di George Brecht. Questo ulteriore passo verso la de-costruzione del mondo dell’arte ha avuto e continua ad avere delle ripercussioni ancora difficilmente indagabili. Di fatto, non solo qualsiasi oggetto può essere elevato ad arte, ma a operare questo passaggio può essere chiunque, senza necessariamente aver bisogno di un riconoscimento ufficiale.
In mostra sono esposte edizioni di: Eric Andersen, Ay-O, Joseph Beuys, George Brecht, John Cage, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Willem De Ridder, Jean Dupuy, Robert Filliou, Albert M. Fine, Henry Flynt, Ken Friedman, Al Hansen, Geoffrey Hendricks, Dick Higgins, Joe Jones, Allan Kaprow, Milan Knizak, Alison Knowles, Jackson Mac Low, George Maciunas, Walter Marchetti, Jonas Mekas, Larry Miller, Charlotte Moorman, Claes Oldenburg, Yoko Ono, Nam June Paik, Ben Patterson, Dieter Roth, Takako Saito, Tomas Schmit, Carolee Schneemann, MiekoShiomi, Gianni-Emilio Simonetti, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Wolf Vostell, Robert Watts, Emmett Williams e altri.
Dall’inizio degli anni Settanta, la Collezione Bonotto raccoglie numerosissime testimonianze tra opere, documentazioni audio, video, manifesti, libri, riviste ed edizioni degli artisti Fluxus e delle ricerche verbo-visuali internazionali sviluppate dalla fine degli anni Cinquanta: Lettrismo, Poesia Concreta, Poesia Visiva, Poesia Sonora e Poesia Digitale. Tutta la collezione (opere e documenti) è interamente e liberamente consultabile on line sul sito della Fondazione Bonotto (www.fondazionebonotto.org) che, grazie all’enorme lavoro di connessioni sviluppate tra le varie schede, è divenuto un punto di riferimento importante a livello internazionale per studiosi, curatori, direttori di musei e semplici amatori che desiderano approfondire le loro conoscenze di Fluxus e della Poesia Concreta, Visiva, Sonora e Digitale.