In occasione delle mostre in corso dedicate a due grandi artisti del Novecento italiano, Leoncillo Leonardi e Vinicio Berti, il Museo Novecento propone un fine settimana speciale che permetterà di conoscere meglio la loro opera e la loro poetica. In particolare, nel pomeriggio di sabato 26 marzo gli appuntamenti saranno dedicati ai bambini e alle loro famiglie, con due laboratori artistici ispirati all’arte di Leoncillo dal titolo Laboratori d’arte. In un blocco di creta, mentre domenica 27 gli incontri saranno rivolti agli adulti, con le visite speciali Leoncillo e Vinicio Berti, tra arte informale e astrattismo classico, centrate su entrambi gli autori e saranno curati dalla mediazione culturale di MUS.E.
Laboratori d’arte. In un blocco di creta
Sabato 26 marzo h15 e h16.30
I laboratori traggono spunto dalle opere di Leoncillo Leonardi selezionate per la mostra, che indagano la sensibilità dello scultore verso il mondo antico, sia esso classico, arcaico o persino ancestrale, portando i bambini ad analizzarne non solo i soggetti e le forme, ma anche il linguaggio e la tecnica. Un’attenzione specifica sarà rivolta infatti alla profonda e multipoietica capacità di Leoncillo nel trattare l’argilla, sua materia d’elezione, dando vita a creature permeate di antico e pure profondamente moderne, siano essere figurative o informali: come scriverà nel suo Piccolo diario, “La creta è come carne mia, un processo di identificazione assoluto […] Creta, creta mia, materia mia artificiale, ma carica per metafora di tutto ciò che ho visto, amato, di ciò a cui sono stato vicino, delle cose che ho dentro, con cui, in fondo, mi sono, volta per volta, identificato.” Ecco che, a partire appunto da un blocco di creta, i bambini potranno dare vita alle proprie opere esplorandone le infinite possibilità espressive.
Visite speciali. Leoncillo e Vinicio Berti, tra arte informale e astrattismo classico
Domenica 27 marzo h15 e h16.30
Nato a Spoleto nel 1915, Leoncillo si avvicina negli anni ’30 alla scuola romana di Mario Mafai e Scipione per poi lavorare alla produzione di ceramiche di grandi dimensioni a Umbertide. Convinto antifascista partecipa alla Seconda guerra mondiale come partigiano, avvicinandosi in quel periodo al cubismo di Picasso. Dopo i fatti d’Ungheria nel 1956, che videro l’invasione sovietica del paese, Leoncillo affronta una crisi creativa che lo porta ad allontanarsi dal partito comunista e dalla scultura figurativa, per abbracciare un’astrazione di tipo informale. Nelle sale del museo è possibile seguire l’evoluzione artistica dello scultore, dalle prime opere barocche in dialogo con le ceramiche di Lucio Fontana, ai capolavori informali in creta e ceramica come San Sebastiano, Taglio Rosso, Racconto di notte.