Articolata sui quattro piani della suggestiva torre eptagonale di Moresco, sede del TOMAV diretto da Andrea Giusti, la mostra è stata un viaggio nell’ampio universo creativo del padre della Poesia Visiva con opere che hanno attraversato i punti cardinali di una ricerca volta a leggere le ostruzioni del presente per prevedere il futuro.
Senza margini di tempo o di spazio, la manovra linguistica di Pignotti mette lo sgambetto a ogni singolarità grammaticale per entrare in una atmosfera polisemantica che non si affida solo al tradizionale materiale verbale protetto nella versificazione classica, ma si estende alle varie seduzioni subliminali prodotte dalla civiltà delle immagini: cerca in altre parole la spazializzazione della pagina per parlare a un pubblico più ampio e svelare, grazi anche all’utilizzo del collage largo e dell’assemblage, il vero volto del mondo, del controllo totale.
Tra le opere in mostra alcuni francobolli degli anni Sessanta e Settanta, due Chewing Poem (poesia da masticare) del 1970 e due Ostia di poesia dello stesso anno (lavori che venivano lanciati al pubblico nel corso delle performance poetiche dell’artista), un Touch Poem del 1996, cinque libri d’artista realizzati tra il 1979 e il 2007, alcune poesie visive – tra queste Zero (1970), Un sorriso sulle labbra (1971) e Un sorriso sulle labbra (1971) – e Verso libero e indipendente (2017), l’imponente arazzo progettato dall’artista e realizzato dalla Fondazione Bonotto, presentato in esclusiva al Centre Pompidou di Parigi e alla Fondazione Filiberto Menna di Roma.
Scandita da una serie di nuclei tematici che confluiscono tra loro per disegnare un racconto in cui il gesto dell’artista rispedisce continuamente la merce al mittente, l’esposizione terminava con una sala dedicata interamente alla figura di Pinocchio, Per la prima volta infatti è stato possibile ammirare integralmente i venti lavori che compongono il progetto quadretti 1981; oppure: theatrum orbis terrarum; ovvero: scene di vita con didascalie interamente tratte dall’opera di carlo collodi, «pinocchio», nel centenario della sua apparizione.