La mostra, curata da Sebastiano Barassi, Head of Collections and Exhibitions della Henry Moore Foundation e da Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento, presenta due opere monumentali, rintracciate all’interno della grande produzione scultorea di Henry Moore (Castleford, 1898 – Perry Green 1986). Dal 16 settembre 2022 al 31 marzo 2023 Family Group e Large Interior Form saranno esposte rispettivamente in due luoghi simbolo della città: Piazza della Signoria ed eccezionalmente sul Sagrato dell’Abbazia di San Miniato al Monte, in dialogo con il patrimonio storico-artistico di Firenze.
La mostra si aggiunge a quelle già realizzate negli anni precedenti che hanno visto l’arte contemporanea dialogare con i grandi monumenti di Piazza della Signoria, come quelle di Jan Fabre e Jeff Koons, Urs Fisher e Francesco Vezzoli. Una linea curatoriale che con coraggio ha cambiato radicalmente il rapporto tra Firenze e il linguaggio moderno, aprendo la strada a un rinnovamento di prospettive e la porta ad altre iniziative di carattere internazionale. La mostra sancisce anche una rinnovata collaborazione con la BIAF – Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze.
Quella tra Henry Moore e l’Italia è una relazione che si consolidò nell’arco dei decenni a partire dalla rivelazione giovanile dei maestri del Rinascimento italiano e dei primitivi toscani, passando per le partecipazioni alle Biennali di Venezia, il Gran Premio Internazionale per la Scultura del ’48, i soggiorni in Versilia dagli anni ’50 e le grandi mostre organizzate a Roma, Spoleto e Firenze negli anni ’60 e ’70, che ne consacrarono la fama agli occhi del pubblico nostrano.
Il viaggio studio compiuto nel 1925 tra la Francia, l’Italia e la Germania segnò l’inizio di questo lungo rapporto e rappresenterà per Moore una sorta di rivelazione: l’osservazione dal vivo dei capolavori dei maestri toscani del Trecento e del Quattrocento lo accompagneranno a lungo e guideranno la sua formazione artistica insieme allo studio della scultura primitivista ed extraeuropea scoperta al British Museum di Londra, delle avanguardie storiche, di Brancusi e Picasso.
Nelle due opere Family Group e Large Interior Form ricorrono due soggetti cari all’artista, che furono carattere distintivo di tutta la sua opera: la figura umana e l’esercizio della forma tra pieni e vuoti.
Henry Moore iniziò a sviluppare Family Group nel 1934, quando l’architetto Walter Gropius gli chiese di realizzare una scultura per una nuova scuola. L’opera fu completata solo dopo la seconda guerra mondiale, a cavallo tra il 1948-49, quando fu installata presso la Barclay School di Stevenage, in Inghilterra. Fu la prima scultura a grandezza naturale dell’artista ad essere fusa in bronzo. Nel dopoguerra, quando un’ondata di ricostruzione si impadronì della Gran Bretagna, a Moore fu chiesto di realizzare numerose sculture pubbliche. L’interesse per la figura umana, divenuto centrale in larga parte della sua produzione, fu maturato in seguito ai tragici eventi bellici che avevano sconvolto il mondo, con la volontà di contrastare gli effetti disumanizzanti della guerra. Family Group – ispirata metaforicamente dalla nascita nel 1946 dell’unica figlia dell’artista, Mary – ritrae un nucleo familiare idealizzato, in cui due adulti si rispecchiano l’uno nell’altro mentre l’infante, perno della composizione, li lega formando un nodo centrale. Oggi questo magnifico gruppo è accolto eccezionalmente in un luogo simbolo di Firenze, il Sagrato dell’Abbazia di San Miniato al Monte, che dall’alto domina la città.