La fotografia di Lisetta Carmi protagonista al MACTE di Termoli con “Voci allegre nel buio”

La mostra LISETTA CARMI. Voci allegre nel buio, a cura di Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini aperta ieri al MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli propone il  lavoro di una delle fotografe italiane più importanti del Novecento: un progetto ambizioso, testimone di un sentire comune, e di un paesaggio naturale e antropologico condiviso tra Sardegna e Molise.

70 fotografie realizzate da Lisetta Carmi tra il 1962 e il 1976 in Sardegna, insieme a materiali d’archivio inediti compongono un racconto capace di travalicare i confini geografici.

La mostra, prodotta dal MAN di Nuoro nel 2020 in collaborazione con l’Archivio Lisetta Carmi, viene riconfigurata per gli spazi del MACTE ponendo l’accento su quei tratti in comune che caratterizzano il paesaggio del Sud Italia: scatti del paesaggio che si modifica con l’intervento umano, i corsi d’acqua, la pastorizia e la montagna si accompagnano a ritratti di vita sociale, di lavoro e di celebrazioni.

In parallelo alcune sale del MACTE ospitano una selezione di opere della collezione permanente del museo che articolano diverse interpretazioni di “paesaggio”. Con opere di Elisa Montessori, Luca Patella, Bianca Santilli, Mario Schifano, Giulio Turcato e di Eugenio Carmi, fratello di Lisetta.

Lisetta Carmi (Genova, 1924) nasce da una famiglia borghese di origini ebraiche e sarà per questo costretta all’esilio in Svizzera in tenera età. Dopo un lungo periodo dedicato alla musica e al pianoforte, Carmi abbandona la carriera di pianista per dedicarsi alla fotografia come mezzo di impegno politico e di personale ricerca interiore. Autodidatta, impara le basi del mestiere lavorando per tre anni come fotografa di scena al teatro Duse, nella sua città, quindi compie una serie di reportage, come quello sui lavoratori del porto di Genova. Il suo impegno nella fotografia prosegue compiendo numerosi viaggi in Israele tra il 1958 e il 1967, quindi in America Latina nel 1969, per spostarsi poi in Oriente, visitando l’Afghanistan, il Pakistan, l’India e il Nepal. Tra il 1962 e il 1974 si reca con frequenza in Sardegna, documentando con i suoi scatti la vita sociale dell’isola, in particolar modo in Barbagia. Nel 1972 è pubblicato il volume I travestiti, che provoca un certo scandalo. In uno dei viaggi in Oriente conosce Babaji, un incontro che segna una svolta radicale nella sua vita e la porta nel 1979 a fondare l’ashram Bhole Baba a Cisternino in Puglia, dove si dedica alla pratica e alla divulgazione degli insegnamenti del suo maestro.

Al museo sarà possibile acquistare il catalogo della mostra edito da Marsilio.

Didascalia : Lisetta Carmi, Orgosolo (bambino vicino al murale), 1962, courtesy Archivio Lisetta Carmi

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