L’opera di Marino Marini nella Collezione Alberto della Ragione al Museo Novecento

Chi in questi giorni ha la fortuna di visitare il Museo Novecento a Firenze, nell’ex Ospedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella  dove fino al 18 luglio è allestita la mostra “Henry Moore. Il disegno dello scultore” che celebra il grande scultore inglese a cinquanta anni dalla sua grande antologica a Forte Belvedere non potrà fare a meno di una visione completa dell’esposizione museale che al secondo piano offre la  collezione permanente Alberto Della Ragione, di recente riallestita.

Alberto Della Ragione, ingegnere  genovese e mecenate, era un collezionista illuminato che nel 1970 decise di donare al Comune di Firenze un’ importante raccolta di opere del Novecento, tra dipinti e sculture, di artisti, con alcuni dei quali intreccerà forti legami di amicizia. Alberto Della Ragione inizia a dedicarsi all’arte alla fine degli anni Venti, quando inizia a collezionare opere dell’Ottocento. L’incontro con l’arte del Novecento avviene grazie alla visita della Quadriennale di Roma del 1931.  Risponde all’istanza etica “di non passare  ad occhi chiusi tra l’arte del proprio tempo, ma di dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione“, e così inizia ad offrire il proprio supporto ai giovani artisti dell’epoca, spesso trascurati dal mercato e dalla critica ufficiale del Regime. Da allora, la sua collezione d’arte contemporanea che già negli anni ’40 era una delle più grandi in Italia, continua a crescere.

Di recente la Collezione Della Ragione è stata riallestita, nove le sezioni individuate dal direttore del museo Sergio Risaliti, in collaborazione con Eva Francioli, Francesca Neri e Stefani Rispoli, articolando il percorso in generi e temi in modo da facilitare il visitatore nella comprensione di questo importante lascito e che sono i seguenti : Paesaggi, Natura morta, L’artista e il suo mondo, Volti, Ritratti, Cavalleria, Pittura scolpita e scultura dipinta, Nudo, Gesti, Pose Sospese e Teatrini secondo una scansione cronologica e tematica.

La prima sezione dedicata alla Cavalleria ospita capolavori assoluti del Novecento italiano, Nitrito in velocità di Fortunato Depero, Cavalli marini, una scultura in ceramica di Lucio Fontana e l’imponente scultura in bronzo Cavallo di Marino Marini datata 1937 circa.

Come ha recentemente osservato Sergio Risaliti ” Il Cavallo esposto al Museo Novecento, è sempre lì in posa, elegantissimo nelle sue forme, nell’ampio volume del corpo, alleggerito con una linearità di profilo che dona grazia l’animale. Fuori dalle teorie e dalle diatribe linguistiche, dai rigidi formalismi di certe avanguardie, Marini va cercando una forma che sia colma di pensieri antichi, di esperienze primordiali, di una grazia superiore che è poi il dono che fa la poesia alle invenzioni artistiche. Così il Cavallo di Marini, vive fuori del tempo, ha qualcosa di divino; eppure è di questo mondo, ha vissuto con noi da sempre. E’ una presenza che esprime nelle forme plasmate con delicatezza e sicurezza anatomica tutta la sua naturale libertà e alterità , eppure è figura plastica fortemente umanizzata. Per Marini l’animale partecipa della vita dell’uomo da tempi remoti, prima della storia, e dell’uomo rispecchia le emozioni, ne conosce i moti segreti dell’anima“.

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