Manca oramai poco all’apertura dell’attesa mostra su Maddalena. Il mistero e l’immagine che mira per l’appunto ad indagare, attraverso alcune delle più preziose e affascinanti opere d’arte di ogni tempo, dal III sec. d.C. al Novecento, il mistero irrisolto, che ancora inquieta e affascina, della figura di Maria di Màgdala.
La mostra, che inaugurerà il 26 marzo ai Musei San Domenico di Forlì, aprirà i battenti al pubblico il 27. Un percorso grandioso che va dai precedenti iconografici di epoca classica pre-cristiana, centrati sull’estetica del dolore e la teatralità delle emozioni, lungo il Medioevo il Rinascimento e il Barocco, fino alle rappresentazioni ottocentesche e novecentesche nelle quali la figura di Maddalena diviene emblema della protesta e del dramma di un’epoca.
A lei l’arte, la letteratura, il cinema hanno dedicato centinaia di opere e di eventi. L’arte soprattutto, ponendola al centro della propria produzione, e dando vita a capolavori che segnano, lungo la trama del tempo, l’arte stessa e i suoi sviluppi. E come in uno specchio, ogni epoca l’ha guardata, guardandosi; l’ha contemplata, cercando l’ideale di sé, della propria immagine; l’ha sorvegliata e spiata, scoprendo i propri vizi dentro le proprie virtù.
Tra i grandi maestri presenti in mostra, affascinati dalla figura della Maddalena, sono presenti Masaccio, Crivelli, Van der Weiden, Bellini, Perugino, Barocci, Savoldo, Mazzoni, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Domenichino, Lanfranco, Mengs, Canova, Hayez, Delacroix, Böcklin, Previati, Rouault, Chagall, De Chirico, Guttuso, Melotti, Sutherland, Bill Viola.
“Con lei – osserva il direttore generale della mostra Gianfranco Brunelli – l’arte si è confrontata trovando occasioni interpretative per ridefinire volta a volta sé stessa e rappresentare il sentimento del proprio tempo, fino a trasformarla in un mito”.
IMMAGINE: Renato Guttuso, Crocifissione, 1941, olio su tela, cm 198,5×198,5, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea