In occasione della diciassettesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, Casa Masaccio | Centro per l’Arte Contemporanea presenta al pubblico, presso Palomar, Casa della cultura di San Giovanni Valdarno, il film documentario della mostra -“Mehr Licht!”- (più luce!), girato da Giulia Lenzi.
La mostra, in corso a Casa Masaccio fino al 6 febbraio 2022, dedicata alla memoria di Daniele Del Giudice (1949-2021), indaga, attraverso i lavori di sette artisti internazionali appartenenti a diverse generazioni, il concetto di luce come soggetto e materia dell’arte.
Guidati dalle voci degli stessi artisti, è possibile ripercorrere la mostra in una sorta di esperienza immersiva accompagnati dagli echi lontani di “Luci serene e chiare”, un madrigale a cinque voci composto da Carlo Gesualdo, Principe di Venosa (1560-1613) che fonde sapientemente parole e musica.
“Vettori per catturare l’attenzione”, nelle parole dell’artista Kaspar Müller, le lampadine che aprono il documentario nella forma di un’installazione a metà tra l’arte e il design, comunicano “in forma fantasiosa e bizzarra, in gran parte regolamenti, leggi e norme, così come condizioni ecologiche ed economiche, che contraddistinguono la nevrotica creatività capitalista”, mentre, rischiarato dalla fiamma di una lampada ad olio fuori formato, il chiasso di Casa Masaccio, si trasmuta in “una qualsiasi osteria dell’Europa continentale”, ospitando il protagonista dell’opera di Daniele Milvio, un “amico dal poco rispetto di sé”. Michel Verjux, con uno dei suoi éclairages, porta “non la luce, ma l’illuminazione” sul vecchio camino di Casa Masaccio, una riflessione su quello che è passato ma anche sul presente, così come accade per Joseph Kosuth che, appropriandosi di oggetti, contenuti semantici e concetti ideati ed appartenuti ad altri, li rinnova nel significato, facendoli propri: “come artisti iniziamo tutti a costruire con quello che è dato. Ci appropriamo di frammenti di significato dai detriti della cultura e costruiamo altri significati, che sono nostri”.
“Cancellare la realtà, cancellare quello che è visibile, per arrivare a vedere qualcosa di diverso, per rendere l’invisibile visibile” dichiara Ann Veronica Janssens; “Penso sempre al momento in cui tutti se ne vanno e il museo chiude e… cosa succede? […] Succede che tutto rimane silenzioso al buio e questi oggetti, che sono fosforescenti, si illuminano e incominciano a vivere”, commenta Alberto Garutti. Le installazioni di entrambi gli artisti, in un certo parallelismo, fanno luce sulla vita di una realtà “altra” degli spazi e delle opere.
Uscendo dal museo, lo sguardo si accompagna ad un monito di Antonio Gramsci, il “più lucido, brillante e illuminante”e di cui Alfredo Jaar si appropria sollecitando alla consapevolezza e alla responsabilità verso il mondo e quello che accade. Lasciandosi alle spalle le ombre del passato, sulle facciate di due edifici della piazza centrale della città, la proiezione notturna di Michel Verjux, “Mehr Licht! o Nicht mehr!” (più luce o niente più?).
Mantenendo il formato ibrido della Giornata del Contemporaneo, online ed offli