È un omaggio dell’intera città di Firenze al maestro Paolo Masi la serie di iniziative che comprende la mostra personale presso Frittelli arte contemporanea l’11 maggio 2023, proprio il giorno del suo novantesimo compleanno. Dal titolo “Paolo Masi in Florence. Opere degli anni Ottanta”, l’esposizione, curata da Fabio Cavallucci, resterà visitabile fino al 14 luglio, presentando un ampio
A manifestare il rapporto stretto tra Palo Masi e Firenze – rapporto “non sempre d’amore”, direbbe probabilmente l’artista – la mostra presso Frittelli ripropone i grandi dipinti su tela esposti nel 1985 presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio in uno dei tributi offertigli dalla città, in passato non sempre generosa con i suoi artisti.
Basati su una pittura atomizzata, una sorta di dripping che rispetto a quello di Pollock accentua la sistematicità divenendo un rumor uniforme, a ben guardare sono percorsi da fasce di sfumature di rara abilità ed eleganza. Parlando di queste opere Masi ripensa alla storia dell’arte, torna con la mente a quel tempo – gli anni Ottanta appunto – in cui tutto il sistema dell’arte si rivolgeva verso il passato. Anch’egli cita, nello specifico il puntinismo di Seurat. Ma nel suo caso la citazione è solo un pretesto, un riferimento che non può fare a meno di essere soverchiato dall’interesse per il mondo e per i suoi sviluppi più ampi. C’è in queste opere la ricerca della natura, dello stato di calma e di pace che essa può offrire. Ma c’è anche il riflesso della tecnologia, di quello che era allora lo strumento di comunicazione dominante: il televisore, di cui i dipinti sembrano raccogliere il brusio di pixel che accendono lo schermo di mille colori e riflessi.
Filiberto Menna aveva parlato di “pittura analitica” – non un movimento, né un gruppo di artisti, ma una tendenza che raccoglieva artisti dediti a una pittura innanzitutto critica verso se stessa, verso la sua possibilità di rappresentare il mondo, e disposta pertanto a studiare i suoi principi interni, i suoi meccanismi di funzionamento. In qualche modo Masi ne fa parte, anche per la sua costante, irriducibile
In questo tentativo di relazione – utopistico, probabilmente – si ritrova forse tutto il percorso di un artista che non ha veramente mai smesso di credere che l’arte possa cambiare la realtà.
E forse si spiega così anche il riconoscimento che ora gli viene tributato: un riconoscimento al merito artistico, ma anche umano, dei tanti amici che segnati dalla sua generosa sensibilità nei loro confronti, non possono ora fare a meno di restituirgli un segno di stima e di amicizia.
A dare il La, infatti, mercoledì 10 maggio, ci sarà un’esposizione-tributo molto speciale degli artisti amici del collettivo Base; mentre da venerdì 26 maggio si unirà ai festeggiamenti anche il Museo Novecento, con un intervento ideato dallo stesso artista su commissione del direttore del museo, Sergio Risaliti. Un’installazione temporanea che occuperà il loggiato esterno delle ex Leopoldine e che sarà visibile fino al 25 ottobre 2023.
“Come Museo Novecento, siamo felici di partecipare ai festeggiamenti dei novant’anni di Paolo Masi” dichiara Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. “Non potevamo mancare questa importante occasione che è anche attestato di gratitudine e stima per uno degli artisti più importanti della nostra città e affermato a livello internazionale. Nel corso della sua lunga carriera, Masi si è affermato sempre con un rigore e una radicalità di artista modernista indiscussa. E questo ne fa un esempio per tanti artisti delle nuove generazioni”.
Inoltre, quest’anno Paolo Masi verrà celebrato anche all’estero dal nostro Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,
La mostra presso Frittelli arte contemporanea è accompagnata da un ricco catalogo, a cura di Fabio Cavallucci, realizzato da Dario Cimorelli Editore, con una introduzione di Carlo Frittelli, un testo del curatore e la riproduzione delle opere esposte.