Agostino Bonalumi ( Vimercate 1935 – Monza 2013)
Nato in Brianza, sin da piccolo di dedica al disegno e alla pittura e alla fine della guerra, dopo la scuola dell’obbligo, frequenta una scuola di avviamento professionale. La sua prima mostra personale arriva nel 1957 alla Galleria Totti di Milano. Nel capoluogo lombardo e nell’ambiente artistico di Brera incontra Enrico Baj che gli farà conoscere Piero Manzoni e poi Enrico Castellani. I tre giovani artisti iniziano così ad esporre insieme fino al dicembre del 1959 in cui compare il primo numero della rivista “Azimuth” e il sodalizio si interrompe. Inizia in questo periodo la produzione delle tele estroflesse che rappresentano la sua cifra stilistica matura. I primi anni Sessanta sono caratterizzati da un’intensa attività espositiva, in collettive e personali, in Italia e all’estero, il matrimonio con Giuliana Oliva e la decisione di dedicarsi interamente all’attività artistica. La seconda metà degli anni Sessanta rappresenta il periodo della maturità con una serie di mostre nelle più importanti gallerie italiane e la partecipazione a rassegne internazionali. Nel 1966 partecipa alla 33° Biennale di Venezia e nel 1967 lo troviamo a New York dove la Galleria di Alfredo Bonino gli dedica un’importante personale, quello stesso anno ha stretto un contratto in esclusiva con Renato Cardazzo della Galleria del Naviglio di Milano che lo rappresenterà fino al 1973. Dall’inizio degli anni ’70 fino al 1989 elabora un nuovo ciclo di lavori a “griglia”, sono questi gli anni del consolidamento all’interno del sistema dell’arte. Scrive poesie, e si dedica ad altre esperienze come scenografie. Nel 1986 Luca Palazzoli della Galleria Blu di Milano stringe un contratto in esclusiva che durerà fino al 1997. Concluso il ciclo a “griglie” dopo il 1990 elabora un modello che si basa su una struttura in tondino d’acciaio che consente la realizzazione di estroflessioni più libere. Rivisita opere in scultura che aveva realizzato a partire dal 1965, usando la fusione in bronzo, oltre al vetro e al PVC. Oltre alla Galleria Blu, altre gallerie italiane come Fumagalli di Bergamo e Niccoli di Parma iniziano a riscoprire il suo lavoro con una serie di mostre fino alla grande antologica di Darmstadt nel 2003. Nel 2002 gli viene conferito dall’Accademia di San Luca di Roma il “Premio Presidente della Repubblica”. Per l’ultimo ciclo di lavori utilizza la tecnica del tondino d’acciaio mentre continua il suo lavoro con la scultura. Nel 2005, a causa della malattia che piano piano lo porterà alla morte, trasferisce il suo studio milanese a Desio, lo studio di Milano diventa così la sede dell’Archivio Agostino Bonalumi diretto da figlio Fabrizio. Altre importanti gallerie iniziano a trattare la sua opera come Mazzoleni di Torino e Robilant+Voena di Londra contribuendo ad allargare ad un ambito internazionale la fama dell’artista, grazie anche a mostre a Bruxelles, Singapore, Mosca, Londra.