Victor Vasarely ( Pécs 1906 – Parigi 1997)
Pittore e grafico ungherese ma naturalizzato francese è stato il fondatore dell’Optical Art che si sviluppa negli anni ’60 e ’70 insieme a Bridget Riley. Trascorre la sua infanzia nel paese natale e dopo il diploma inizia gli studi universitari prima alla facoltà di Medicina e poi di Lettere, ma nel 1927 si iscrive all’Accademia artistica privata Podolini-Wolkmann. Nel 1929 si trasferisce al Muhely, la scuola fondata da Sàndor Bortnyik, una sorta di “Bauhaus” ungherese, qui la sua arte subisce un profondo cambiamento e l’artista fa molta attenzione alla composizione geometrica dell’opera. Nel 1930 si trasferisce a Parigi e sposa Claire, l’anno seguente nascerà il suo primo figlio Andrè. Fino al 1939 si occupa di pubblicità e continua a sperimentare gli effetti ottici e nel 1940 conosce Denise René, una gallerista francese interessata all’Arte Cinetica e nel 1946 esporrà opere nella sua galleria. Dal 1950 si sviluppa la Optical Art e Vasarely si dichiara appartenente a questo movimento avendo praticato altri studi sulla cinetica del bianco e nero. Nel 1955 nella Galleria di Denise René si tiene una mostra importante insieme a Yaacov, Nicolas Schoffer, Pol Bury, Jesùs Rafael Soto, Jean Tinguely, Marcel Duchamp e Alexander Calderche diventa il primo accenno dell’Optical Art che prende il nome de Le Mouvement. Per questa mostra Vasarely scrisse Il Manifesto Giallo nel quale espose le sue idee sull’invenzione di un linguaggio cinetico figurativo, basato sulla disposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi e la serie dei quadri in cui usò solo il bianco e nero si rifacevano a questa teoria. Gli anni ’60 e ’70 sono stati per l’artista il periodo più produttivo sia dal punto di vista artistico che culturale. Le due mostre, la prima del 1965 al MoMA di New York dal titolo “The Resposive Eye” e la seconda nel 1967 al Musée de l’Art Moderne de la Ville de Paris con il titolo “Lumière et Mouvement” hanno notevolmente accresciuto la sua fama conferendogli l’immagine di artista enigmatico da scoprire fino all’ultima “trasposizione geometrica”.