Antonio Bueno ( Berlino 1918 – Fiesole 1984)
Figlio del giornalista Javier Bueno, corrispondente per il quotidiano “ABC” di Madrid, Antonio Bueno nasce a Berlino nel 1918. Dopo aver trascorso l’infanzia in Spagna si trasferisce con la famiglia a Ginevra dove frequenterà l’Accademia di Belle Arti e nel 1938 esordisce a Parigi al Salon des Jeunes delle illustrazioni. Tiene le prime mostre a Milano negli anni 1941-42 e a Firenze insieme la fratello Xavier, nelle opere del periodo prevalgono nature morte e ritratti. Nel 1950 lavora a Firenze nell’ambito della rivista “Numero” di cui diventa segretario di redazione, sono di questo periodo esperienze di pittura geometrica, fa amicizia con Edoardo Sanguineti e con Albert Camus. Nel 1956 espone alla Biennale di Venezia delle composizioni di pipe in gesso, gusci d’uovo e gomitoli di spago che la critica definisce ” neometafisiche”. Nel 1961 fa parte dell’equipe di Quadrante , espone a Parigi presentato da Argan e alla Strozzina dove insieme a Loffredo e Moretti propone in Italia la prima mostra della Nuova Figurazione. Nel 1963 organizza a Palazzo Strozzi la mostra internazionale “La Nuova Figurazione” e a Quadrante presenta insieme a Pignotti e Chiari la mostra “Tecnologica”. Nel 1964 è presente alla mostra di poesia visiva allestita a Reggio Emilia “Homo Technologicus”. Nel 1966 dirige con Loffredo la Galleria G30 di Parigi dove vengono presentate mostre di maestri italiani d’avanguardia ed è l’ideatore, insieme ad Umberto Eco, dell’antipremio “Fata”. Nel 1968 partecipa con pitture monocromatiche a rilievo alla 34à Biennale di Venezia e al “Sixth Annual New York Avant Garde Festival”. Nel 1970 ottiene la cittadinanza italiana e si trasferisce a Fiesole e due anni dopo è professore all’Università Internazionale dell’arte di Firenze. Nel 1973 tiene la sua seconda personale a New York con la presentazione di Carlo Ludovico Ragghianti dove ottiene un notevole successo. Nel 1977 fonda e dirige con l’aiuto di Eugenio Miccini e di altri artisti del Gruppo ’70 la rivista Visual. Dal 1978 si dedica con entusiasmo ai d’apres, un genere che aveva iniziato qualche anno prima con omaggi a Picasso, Campigli, Seurat e Klee ed espone a Firenze alla Galleria Spagnoli. Nel 1984 partecipa alla 41° Biennale di Venezia e propone un’ampia rassegna di D’apres che diventeranno i dipinti più importanti della sua carriera, in giungo partecipa alla mostra retrospettiva dei Pittori Moderni della Realtà in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio organizzata dal Comune di Firenze e dopo una breve malattia il 26 settembre muore a Fiesole. Nel novembre dello stesso anno una grande antologica presentata da Franco Solmi lo omaggia alla Galleria Maggiore a Bologna. Lungo l’elenco delle mostre che gli sono state dedicate fino agli anni 2000, come l’esposizione a Palazzo Chailland, in Val d’Aosta, nel 1994, con più di cento dipinti e la presentazione del primo volume del catalogo generale, nel 2001 la mostra antologica nel Salone delle Reali Poste agli Uffizi e nel 2002 la mostra nel Chiostro di S. Agostino a Pietrasanta “Altre variazioni sul tema di un dipinto fortunato”.