Franco Angeli ( Roma, 1935-1988)
Autodidatta, Franco Angeli, durante l’infanzia, per sostenere la famiglia, inizia a lavorare in una tappezzeria dove apprenderà l’uso di tessuti, sagome e ritagli, un’esperienza che ritornerà poi utile nella creazione delle sue opere. Inizia a dipingere nel 1957 e si avvicina all’arte informale di Alberto Burri di cui apprezza la capacità di utilizzo dei materiali e delle forme. Nel 1959 espone le sue prime opere nella mostra collettiva alla Galleria La Salita di Roma insieme a Festa e Uncini e nel 1960, in questo spazio, inaugura la sua prima personale, con una serie di opere realizzate con veli di pittura a olio, calze di nylon tese e garze, sempre nello stesso anno partecipa alla mostra curata da Pierre Restany. Nel 1962 partecipa alla mostra “Nuove Prospettive della Pittura Italiana” alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, dove presenta una serie di opere in cui compaiono i simboli del potere, svastiche, croci, mezzelune. Nel 1964 nella personale alla Galleria dell’Ariete di Milano fanno la loro apparizione i primi frammenti capitolini, l’aquila, statue, obelischi, Lupe romane, che ritroveremo allo Studio d’arte Arco d’Alibert, nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia presentato da Maurizio Calvesi con le tele “La Lupa” e “ Quarter Dollar”, soggetti che ritroveremo in molte opere successive. Negli anni 1968-1970 partecipa al fermento politico ed artistico manifestando contro la guerra in Vietnam. Sono questi anni di vita sregolata, una condizione che lo accomunerà agli altri protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo, in particolare a Tano Festa e Mario Schifano: gli artisti maledetti. Nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia, curata da Achille Bonito Oliva, e negli anni Ottanta si dedica alla figurazione, nelle sue tele compaiono capitelli, piazze deserte, autoritratti in forma di marionette. I suoi paesaggi vengono solcati da “aeroplani, infantilmente gioiosi che portano la morte nel Vietnam” e che richiamano i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il tema della guerra ritorna negli anni Ottanta dove i paesaggi esotici con le piramidi, gli obelischi e gli aerei si trasformano in “Esplosioni”. Le sue opere oggi sono conservate nei più importanti musei e collezioni italiane come il MART, il MACRO, la Collezione Maramotti, la GNAM di Roma e il Museo d’Arte Moderna di Bologna.