Gino Severini ( Cortona, 1883 – Parigi, 1966)
Nato nella cittadina toscana di Cortona a Roma, all’età di diciotto anni venne introdotto da Giacomo Balla alla pittura divisionista che poi approfondì a Parigi a partire dal 1906. Nel 1909 fu tra i firmatari del Manifesto del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. A Parigi entrò in contatto con importanti artisti del calibro di Pablo Picasso, Georges Braque, Juan Gris e Guillaume Apollinaire e partecipò allo sviluppo del Cubismo. Nel 1913 sposerà Jeanne, figlia del poeta Paul Fort, da questo felice matrimonio nasceranno tre figli. Nel 1906 si trasferisce a Parigi per studiare la pittura d’oltralpe ma non interrompe i suoi contatti con l’Italia e nel 1910 è tra i firmatari del Manifesto della pittura futurista insieme a Balla, Boccioni, Carrà e Russolo. Durante il suo soggiorno parigino svolge un ruolo di collegamento tra l’arte italiana e francese, le sensibilità cubiste e futuriste. Nel 1921 pubblica “Dal Cubismo al Classicismo” passando ad una pittura neoclassica con influenze metafisiche, questa evoluzione rientra in quella tendenza del cosiddetto “ritorno all’ordine”. Dal 1924 al 1934 si dedica all’arte sacra realizzando grandi affreschi e mosaici in chiese svizzere. Nel 1923 è alla Biennale romana e in seguito partecipa a due mostre del movimento Novecento, nel 1930 è ammesso alla Biennale di Venezia e nel 1931 partecipa a Roma alla Quadriennale, nel 1935 vince il premio per la pittura con una intera sala a lui dedicata. Torna a Parigi dove realizza una grande decorazione per l’Esposizione Universale. Nel secondo dopoguerra ritorna ai soggetti del periodo futurista e tra il 1949-50 aderisce al progetto della Collezione Verzocchi sul tema del lavoro, oggi la collezione è conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì. Si trasferisce a Parigi dove avrà una cattedra dedicata al Mosaico e Riccardo Licata sarà suo assistente. Morirà il 26 febbraio del 1966 a Parigi e le sue spoglie saranno traslate a Cortona.