Giorgio Celiberti ( Udine, 1929)
Giovanissimo inizia a dipingere ed è appena diciannovenne quando partecipa, nel 1948, alla Biennale di Venezia, la prima del dopoguerra. A Venezia frequenta il Liceo artistico e poi lo studio di Emilio Vedova e nella città lagunare divide con Tancredi la sua camera studio ed entra in contatto con Marco Fantoni, Romano Parmeggiani e Carlo Ciussi. Agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce a Parigi dove conosce i maggiori rappresentanti della cultura figurativa d’oltralpe, ha inizio una serie di viaggi che saranno fondamentali per la sua formazione. Dal 1957 al 1958 è a Londra, sono gli anni in cui domina l’espressionismo di Bacon e Sutherland, soggiornerà poi negli Stati Uniti, in Messico, a Cuba, in Venezuela, da queste esperienze trae un repertorio di segni, tecniche che rielaborerà negli anni successivi. Verso la metà degli anni ’60 ritorna a Udine ed inizia un lavoro di riflessione su se stesso che permane sino ad oggi, ricco di esiti creativi caratterizzati da una grande ansia di sperimentazione. Nel 1965 visita il lager di Terezin, nei pressi di Praga, dove migliaia di bambini hanno lasciato le testimonianza della loro tragedia in graffiti, disegni, brevi frasi di diario. Nel 1975 i Muri Antropomorfi scaturiscono dalla riflessione sui reperti della necropoli di Porto, nei pressi di Fiumicino, della Roma paleocristiana. A partire dagli anni Sessanta si dedica alla scultura, le prime opere in bronzo, in pietra e in ceramica sono dedicate ai temi monumentali dei Cavalli e Cavalieri seguiti da una galleria di elementi faunistici. Ha partecipato alle più importanti manifestazioni d’arte in Italia e all’estero come la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma, la mostra della Nuova Pittura italiana in Giappone, oltre un centinaio le mostre personali realizzate in tutto il mondo.