Mario Radice ( Como, 1898 – Milano, 1987)
Caposcuola dell’astrattismo fece parte del gruppo degli “Astrattisti comaschi” insieme a Manlio Rho, Aldo Galli, Carla Badiali e Carla Prima che, insieme, rappresentarono la risposta italiana alle avanguardie europee dell’arte astratta. Nella seconda metà degli anni ’20 è tra i primi artisti italiani a liberarsi degli schemi del Novecento e a partecipare ai primi fermenti della pittura astrattista in Italia lavorando al fianco dei più importanti architetti razionalisti e nel 1927 per la prima volta espone a Como in una mostra commemorativa per Alessandro Volta. Nel 1930 dopo essere rientrato dal Sud America decide di dedicarsi interamente alla pittura e con gli architetti razionalisti Luciano Baldessarri, Pietro Lingeri, Piero Bottoni, Luigi Figini e Gino Pollini formerà nel 1932 la rivista Quadrante e nel 1934 partecipa alla prima mostra di pittura alla Galleria Il Milione; la prima di una serie di personali. Tra il 1933 e il 1936 partecipa alla V Triennale Internazionale di Milano ed esegue le decorazioni, affreschi e bassorilievi, per la Casa del Fascio di Como progettata da Giuseppe Terragni: è il primo esempio di arte astratta italiana in un edificio pubblico. Negli anni Quaranta è ospite fisso alla Biennale di Venezia e collabora alla fondazione del Movimento Arte Concreta, si dedica anche alla critica d’arte per alcuni quotidiani. Dal 1951 collabora con la Triennale di Milano e la sua fama comincia a crescere fino al 1958 quando allestisce una sala personale alla XXIX Biennale di Venezia ed ottiene il Premio Einaudi. Negli anni Sessanta e Settanta tiene numerose esposizioni in Italia e all’estero e nel 1967 partecipa alla Mostra di Arte Moderna a Palazzo Strozzi e nel 1971 partecipa in Germania a Fulda alla mostra “Quattro astrattisti comaschi”.