Rimarrà aperta al pubblico fino al 5 settembre a Pisa, nella sede espositiva del Palazzo dell’Opera, in piazza dei Miracoli, la mostra , a cura Pierluigi Carofano e Riccardo Lattuada e organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana dal titolo “Orazio Riminaldi. Un maestro pisano tra Caravaggio e Gentileschi”.
L’idea della mostra è nata in occasione del recente restauro dei dipinti della cupola della cattedrale pisana, realizzati da Orazio Riminaldi tra il 1627 ed il 1630. Un’opera monumentale, dipinta ad olio, non ad affresco come talvolta affermato, che raffigura l’Assunta portata in cielo dagli angeli e una teoria di santi. Una pittura che sino a quel momento non era possibile ammirare dal basso, a causa dello sporco che progressivamente si era accumulato sulle pareti nel corso dei decenni.
L’esposizione intende mettere in luce, per la prima volta, il percorso umano ed artistico del maestro pisano Orazio Riminaldi (Pisa 1593 – 1630), allievo del celebre Orazio Gentileschi e affascinato in gioventù dalla bruciante novità della pittura di Caravaggio.
Giunto a Roma intorno al 1615, divenne accademico di San Luca, e fece parte della terza stagione dei maestri caravaggeschi. Fu capace di un linguaggio elegantissimo, vera e propria sintesi tra lo stile di Orazio Gentileschi e quello di Guido Reni. La breve vita (morì a 37 anni) non gli permise di sprigionare tutto il suo talento, ma fortunatamente proprio a Pisa si conserva il suo capolavoro, quello che gli ha dato fama imperitura: la cupola del duomo.
Le opere scelte per tracciare questo percorso sono numerose, ma merita qui ricordare almeno il Sacrificio di Isacco ed il Martirio dei santi Nereo e Achilleo (Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Palazzo Corsini), il Caino e Abele (Firenze, Gallerie degli Uffizi, la Vestizione di santa Bona (Pisa, chiesa di San Martino), lo straordinario Ercole e Acheloo proveniente da Parigi (Galleria Giovanni Sarti). A conclusione del percorso della mostra sarà possibile visitare la cattedrale per ammirare la cupola dipinta da Riminaldi, nonché due sue tele presenti nella Tribuna: il Sansone e il Mosé e il serpente di bronzo.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo, edito da EDIFIR, che intende illustrare le sezioni della mostra, tramite saggi storico critici per ogni parte. Inoltre, saranno presenti schede scientifiche per ciascuna opera esposta, contenenti essenziali notizie filologiche e critiche, e una bibliografia finale.
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