Nato a Milano nel 1907 e scomparso a Livorno nel 2004, Osvaldo Peruzzi è stato un pittore futurista esponente dell’Aeropittura che è stato attivo per tutto l’arco della sua lunga vita. Aderisce al Futurismo nel 1928 e dopo aver conosciuto Marinetti, Prampolini e Munari espone al bar Taveggia, nel 1933 partecipa alla mostra della Galleria Pesaro a Milano e a quella di Palazzo Ferroni a Firenze e alla prima mostra nazionale d’arte futurista di Roma. Nel 1934 partecipa alla mostra di Aeropittura futurista in Germania e per tutti gli anni ’30 partecipa alle Biennale e Quadriennali. Nel 1941 pubblicò il manifesto “Plastica delle essenze individuali”. Nel 1942 sue opere figurarono comunque alla III Mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti di Milano e alla XIII Biennale di Venezia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale mentre si trovava sul fronte libico venne fatto prigioniero in Tunisia e da qui deportato negli Stati Uniti nel Missouri dove riprese a dipingere e realizzò due mostre personali. Nel dopoguerra fece ritorno a Livorno e nel 1967 aderì al manifesto Futurismo-oggi di Enzo Benedetto partecipando alle mostre da lui organizzate. Nel 2001 ha partecipato alla esposizione retrospettiva “Futurismo 1909 – 1944” a Roma .
Accanto al dipinto Aeropittura (1934) di Osvaldo Peruzzi, appartenente alla collezione della Galleria d’Arte Moderna e ritenuto ormai come uno dei documenti pittorici più importanti delle nuove teorie estetiche futuriste, sono presentate circa trenta opere poco note, insieme ad un gruppo di disegni e documenti in gran pare mai esposti provenienti dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole che conserva il Fondo Osvaldo Peruzzi e dall’Archivio di Stato di Milano. Così strutturata la mostra intende mettere in evidenza la figura dell’artista nel panorama futurista degli anni Trenta e oltre, ma anche i rapporti e le corrispondenze della poetica di Peruzzi con Bruno Munari, Fillia ed Enrico Prampolini di cui in contemporanea sempre alla GAM è in corso una mostra, rafforzando quindi lo specchio dei riferimenti nell’ambito della cultura futurista romana fra prima e seconda metà del Novecento.
La mostra è promossa e organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con gli Archivi Gerardo Dottori e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. È a cura di Massimo Duranti e Andrea Baffoni, che si sono avvalsi della collaborazione del Comune di Livorno, della Fondazione Livorno, della Fondazione Primo Conti di Fiesole, dell’Archivio di Stato di Milano.