Le Gallerie d’Italia – Piazza Scala presentano una mostra straordinaria sugli Anni Ottanta: uno sguardo inedito sulla pittura italiana attraverso un percorso per emblemi e casi, ideato da Luca Massimo Barbero, Curatore Associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo.
Partendo da un titolo che è già un paradosso – Painting is back – poiché la pittura in Italia in realtà non è mai tramontata, ad oltre un quarantennio da quei polimorfi e vitali anni Ottanta, la mostra propone una prima disincantata visione degli accadimenti artistici e dei protagonisti di quel decennio che hanno provocatoriamente inteso la pittura come capacità felice e rapace di dipingere il mondo delle immagini con una vitalità nuova e che, da subito, ebbero una visibilità ed un immediato successo internazionali.
La mostra procede per affondi, certamente non esaustivi ma rivelatori, della trasversalità degli artisti di quel decennio che, nei fatti, comincia ben prima delle date deputate e si esaurisce con largo anticipo: di qui la ragione di aprire la mostra con opere della fine degli anni Settanta di Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino, ovvero i protagonisti della Transavanguardia lanciata ufficialmente nel 1979 da Achille Bonito Oliva dalle pagine di Flash Art ma anche con chi, negli stessi anni, era già attivo sulla scena pittorica internazionale come Franco Angeli, Mario Schifano, Salvo, Aldo Mondino e, nella sua singolarità, Carol Rama.
Un percorso di mostra vario e all’apparenza contraddittorio, come lo furono quegli anni, che accanto a lavori sorprendenti, poiché germinali, di Gino De Dominicis o Luigi Ontani, propone un inatteso Mario Merz e gli allora new media del videoambiente di Studio Azzurro. Altre personalità, come Mimmo Germanà o Ernesto Tatafiore, rappresentano quelle figure presenti alle prime mostre internazionali, già come autori emblematici di un proprio modo di vivere la pittura.
Un decennio, questo, che vede Milano divenire, nella memoria collettiva, il simbolo di uno stile di vita edonista ma che oggi ci viene restituita come un sistema straordinario dove si mescolano, in un vero laboratorio, l’arte alla moda, il design al divertimento, l’architettura alla politica e alla finanza. In un clima carico d’energia operano numerose gallerie pronte a raccogliere il fermento di quegli anni rappresentato in questa mostra dai nomi di Valerio Adami, Aldo Spoldi, Mimmo Rotella ed Enrico Baj al quale è dedicata una sala conclusiva con uno straordinario “graffito su tela”.
Attraverso le 57 opere esposte si narrano solo alcuni aspetti di questo momento creativo, quell’Italian wave che riguarderà anche le generazioni dei più giovani e di costellazioni di nuovi pittori, che qui non sono rappresentati, ma che danno un segnale dell’irripetibilità di quel momento.