Tra gli artisti della sua generazione, è nato a Forlì nel 1977, è uno dei più accreditati a livello internazionale con numerose esposizioni in ambito museale e in gallerie in Europa e in Asia. Parliamo di Nicola Samorì, l’artista formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna che proprio in questi giorni è in mostra nella città felsinea a Palazzo Fava con una mostra personale dal titolo “Sfregi” che rimarrà aperta al pubblico fino al 25 luglio, la prima in Italia, con un ottantina di opere che tracciano il suo percorso degli ultimi venti anni di attività, tra dipinti, sculture, disegni che abbracciano le più diverse tecniche e materiali, un costante ossessiva del suo lavoro che ha finito per caratterizzarlo.
La mostra a cura di Alberto Zanchetta e Chiara Stefani si avvale di un progetto espositivo che l’artista stesso ha studiato in esclusiva per le sale del Palazzo delle Esposizioni di Bologna affrescate dai Carracci, un faccia a faccia con i preziosi fregi che decorano le pareti del Piano Nobile e con alcune opere individuate all’interno delle Collezioni d’Arte della Fondazione Carisbo. Una costante del lavoro dell’artista, che accompagna il visitatore in tutte le sale, in un racconto non cronologico ma fatto di richiami e significati, come accade ad esempio nel salone con il Mito di Giasone e Medea, in cui il gioco di connessioni si irradia dal centro della sala, con la magnifica Maddalena Penitente del Canova, fino alle pareti che ospitano i dipinti di Samorì. Le opere maestose del piano nobile, tra cui l’affresco monumentale Malafonte, lasciano spazio al secondo piano a lavori prevalentemente di piccolo e medio formato, che permettono allo spettatore di abbracciare la vasta e complessa produzione di Samorì.
“Siamo felici di poter nuovamente accogliere i visitatori nei musei e lo facciamo con l’apertura straordinaria di lunedì 26, per dare un segnale alle Istituzioni e al pubblico: la cultura è viva e in questi mesi di ingiustificata chiusura abbiamo continuato a lavorare e progettare, in attesa di questo giorno – commenta Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae. – Mi auguro che i cittadini ricomincino a fruire dell’offerta museale e soprattutto che vengano a scoprire il lavoro di questo artista, il più originale della sua generazione, le cui opere colpiscono ed emozionano anche per la molteplicità di tecniche utilizzate”.
Per favorire le visite in mostra – nel rispetto di tutti i protocolli sanitari – Palazzo Fava proporrà anche un orario di visita serale: tutti i giovedì, infatti, il museo aprirà dalle ore 12.00 alle 21.00, mentre resta invariato l’orario 10.00-19.00 nelle altre giornate. Nelle giornate di sabato e domenica è obbligatoria la prenotazione, da effettuarsi entro il venerdì, acquistando il biglietto su www.genusbononiae.it, chiamando lo 051 19936343 o scrivendo a [email protected].