Si intitola “Taras e Vatl. Dei del mare fondatori di città” la mostra in corso nel Museo Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia (Gr), che fa parte del sistema Musei di Maremma, inaugurata lo scorso 20 giugno e aperta fino al 7 novembre dedicata ai rapporti tra due giganti della storia dell’Italia antica, Taras-Taranto, colonia greca di Sparta, e Vatl-Vetulonia, la celebre città della Dodecapoli etrusca in Maremma. Due realtà, l’una greca e l’altra etrusca, con destini fin dalle origini della loro storia intrecciati con il mare che, con i suoi simboli, si impone come il vero primo attore dell’intera vicenda storica, sociale, economica dei due centri. Il percorso espositivo della mostra si snoda in un racconto affidato ad assoluti capolavori dell’artigianato artistico tarantino ed etrusco.
Ad esempio la testa di Ercole, replica marmorea romana in dimensioni ridotte del colosso bronzeo eretto nell’acropoli di Taranto da Lisippo nel IV secolo avanti Cristo, la clava erculea in bronzo, attribuibile a una statua di stile di lisippeo restituita dai resti di uno dei quartieri della città antica di Vetulonia. Da ammirare anche il dinos dipinto dal pittore di Dario, uno dei maggiori ceramografi italioti, che esibisce sulla faccia principale del vaso Eracle al cospetto del sovrano egizio Busiride. Accanto a questi eccezionali reperti da domenica 1 agosto si aggiunge, eccezionalmente concesso in prestito dal MarTa, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il più monumentale fra i vasi da banchetto prodotti in quella parte della Magna Grecia.
Un grandioso cratere tarantino a figure rosse, attribuito al cosiddetto Pittore del Sàkkos Bianco, ceramografo operante nella seconda metà del IV secolo a.C. Così chiamato per la sua predilezione nell’ornare la testa delle figure femminili con un sàkkos (copricapo) interamente bianco. Si tratta di un vaso da simposio per eccellenza destinato a mescolare il vino con l’acqua il miele e le altre spezie, ricco di significati che vanno dal culto della vite e del vino fino alla dimensione degli Inferi e dell’ideologia funeraria di Greci ed Etruschi. Sulla faccia principale campeggia infatti la coppia divina di Ade e Persefone, signori dell’Oltretomba, rappresentati seduti in trono all’interno del loro palazzo, dalle cui pareti pendono le armi del dio.
Sull’altro lato del vaso, all’interno di un naìskos, un monumento sepolcrale che a Taranto assume l’aspetto di un piccolo tempio, siede mollemente un giovane, probabilmente il defunto; sulle spalle pende il cappello da viaggio a larghe falde, legato al collo, che il giovane ha indossato durante il suo cammino verso l’Aldilà. In occasione di questa nuova acquisizione il museo è stato aperto aperto domenica 1 agosto.Il Museo civico archeologico Isidoro Falchi, Piazza Vatluna a Vetulonia, Comune di Castiglione della Pescaia (Gr), è aperto tutti i giorni (escluso il lunedì) mattina 10 -14, pomeriggio 15-19, sito web: www.museidimaremma.it