Sabato 18 gennaio alle ore 12.00 si apre alla Galleria Michela Rizzo, a cura di Stefano Cecchetto, la mostra “Venezia. Riccardo Guarneri con Virgilio Guidi”. Tra silenzi e luce “Nell’ora meridiana la realtà è immensa; la luce scende dalla sommità del cielo e illumina tutte le cose imparzialmente; queste vivono allora in una purezza e chiarezza estreme, responsabile dei loro aspetti formali e coloristici, tuttavia accolte in un solo, unico sospiro.” Nella citazione di questa frase di Virgilio Guidi del 1964 è racchiusa l’essenza di tuttala sua pittura. Il dialogo tra Riccardo Guarneri con Virgilio Guidi rivela quindi il demone meridiano di una ricerca parallela che si apre verso una luce totale e conferisce alla pittura un clima illusorio, un largo spaziale che svela nel segno le traiettorie del vissuto, per una quotidianità immobile e dinamica nello stesso tempo. Nello spazio-luce del loro lavoro le soluzioni liriche sono tutte dentro a quel bagliore ‘indiretto’ sotteso all’immagine e pregno di un pacato chiarismo uniforme che rivela l’assoluta poetica di questi due artisti.
Venezia presenta una selezione di opere di Riccardo Guarneri – dagli anni novanta ad oggi – insieme ad alcuni lavori di Virgilio Guidi del periodo compreso tra il 1947 e il 1960, in dialogo tra loro sul tema dello spazio e della luce. Venezia, nella sua persistenza di luce, resta quindi la musa inquieta di questi due artisti nell’ambito di una percorrenza che recide lospazio tra la pietra, l’acqua e il perseverante chiarore di una sofisticata luminosità.
Riccardo Guarneri
Riccardo Guarneri (Firenze,1933), dopo la frequentazione della Scuola Libera del Nudo, ventenne inizia a dipingere contemporaneamente ad un’attività musicale. Riccardo Guarneri ha insegnato pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara, Bari, Venezia e Firenze ed è inoltre Accademico Emerito per l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Dopo i primi quadri figurativi negli anni Cinquanta si avvicina all’informale. La mostra d’esordio di Guarneri lo vede legato ancora all’ambito informale ma, come racconta l’artista, si trattava di «… anni fervidi, tutto era come travolto dalle esperienze, dalle scoperte. Nel 1959 andai
per la prima volta in Germania, a Dusseldorf. Ancora dipingevo informale. Cominciai a girare per gli studi di quei pittori che più sentivo vicini alla mia ricerca. Il Nord Europa mi appariva allora come una straordinaria fucina, laboratorio, eccitante network di sperimentazione, realtà viva, nervosa, cosmopolita. Conobbi Otto Piene, Peter Brüning, Hansjorg Glattfelder. Poi anche Raimond Girke e Winfred Gaul. Andavo ai loro studi e diventammo amici, anche se io ero più giovane».
Nel 1962 Guarneri comincia ad interessarsi al colore in quanto luce, alla grafia come pittura e a problemi inerenti alla percezione visuale. Da questo momento in poi, segno, luce e colore si identificano, sostanziando un mondo poetico di sensibilità acuta e costituendo, pur nelle sue diverse fasi, il filo conduttore di una ricerca decisamente personale. Dal 1964 in poi il lavoro acquista una struttura più rigorosa e geometrica, lasciandosi conquistare dallo schema geometrico di rombi o quadrati ripetuti in impercettibile asimmetria. La ricerca di Guarneri, ormai matura e originale, è premiata con l’invito alla 33a Biennale di Venezia (dove condivide la sala con Agostino Bonalumi e Paolo Scheggi) e alla mostra Weiss aufWeiss alla Kunstalle di Berna, mentre sono del 1967 le partecipazioni alla V Biennale di Parigi e alle mostre di Nuova Tendenza. Parteciperà poi nel
2017, su invito da parte di Christine Macel alla 57a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Viva Arte Viva. Numerose sono le personali che vedono l’artista impegnato in Italia ed in Europa. Nel 2018 è invitato alla mostra 100% Italia. Cent’anni di capolavori, tenutasi al Museo Ettore Fico di Torino. Nel 2019 il Museo del Novecento di Milano inserisce un’opera di Guarneri nell’ambito della riorganizzazione del museo, inaugurando un nuovo itinerario espositivo. Il Museo del Novecento di Firenze, invece, nello stesso anno gli dedica una mostra personale e sarà presente alla fiera internazionale Frieze, con un intero stand a lui dedicato, a cura della galleria londinese Rosenfiel. Nel 2021 il Centre Pompidou di Parigi ha acquisito quattro opere per la propria esposizione permanente. Nel 2022 i Musei di Palazzo Reale a Genova inaugurano la mostra collettiva Genova Sessanta. Nel 2023 l’artista ha esposto in Guarneri– Hemmes. Illusione e vibrazione personale al Museo Piaggio a Pontedera.
La Galleria Michela Rizzo collabora con l’artista fiorentino dal 2016, anno in cui gli organizza un mostra personale presso l’Isola della Giudecca, Leggerissima e insieme forte, a cura di Fabi oBelloni, a cui è seguita la pubblicazione di uncatalogo Il Canneto editore. Il lavoro di Guarneri è inoltre presente nelle collettive: Due o Tre Dimensioni Infinite, 2018 a cura di Davide FerriSoglie e limiti, 2019, a cura di Elena Forin, Assembramenti, 2020, infine Antonio Calderara Riccardo Guarneri, Saverio Rampin, nel 2022
presso la sede di Mestre.
Virgilio Guidi
(Roma, 1891 – Venezia, 1984)
Virgilio Guidi nasce a Roma il 4 aprile 1891. Nel 1911 si iscrive all’Accademia di Belle Arti, dove frequenta il corso di pittura tenuto da Giulio Aristide Sartorio. Nel 1915 partecipa alla III Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione Romana. Nel 1922 entra a far parte della cerchia di artisti e letterati che nella capitale frequentava la terza saletta del caffè Aragno, dove conosce i
poeta Cardarelli, con il quale instaura una duratura amicizia. In quello stesso anno espone alla XIII Biennale di Venezia. Nel 1924 raggiunge il definitivo riconoscimento critico grazie all’opera I Tram, esposta alla XIV a Biennale di Venezia. Il dipinto diventerà un’icona dell’arte italiana del Novecento. Nel 1926 prende parte alla prima mostra del Novecento Italiano al Palazzo della Permanente a Milano, e parteciperà anche alla seconda, nel 1929, conservando tuttavia una certa autonomia rispetto agli indirizzi di quella tendenza. Nel 1927 succede a Ettore Tito nella cattedra di pittura all’Accademia di belle arti di Venezia, ma
incontra subito una forte ostilità da parte dei colleghi, che lo ostacolano anche nel libero svolgimento della didattica. Tra il 1928 e il 1929 partecipa alla XVI Biennale di Venezia è qui che presenta uno dei quadri che rimarrà una pietra miliare del suo primo periodo veneziano: la Giudecca. Nel 1935 lascia Venezia per Bologna, dove insegna all’Accademia di Belle Arti, pur continuando a mantenere i rapporti con la città lagunare. Gli anni Quaranta costituirono un momento importante nella carriera artistica di Guidi: nel 1940 viene invitato dall’Accademia alla XXII Biennale di Venezia, dove gli è riservata un’intera sala; nel 1942 comincia a dedicarsi sistematicamente alla poesia, mentre nel 1946 inizia la sua attività grafica con la sperimentazione della tecnica litografica. In questi stessi anni inizi a sviluppare sistematicamente i grandi cicli, con i quali indaga reiteratamente uno stesso nucleo soggetto-composizione. Tra il 1947 a il 1950 torna a esporre alla XXIV Biennale di Venezia e prende parte al movimento spaziale, animato da Lucio Fontana. Nel 1962 il Comune di Venezia organizza una sua ampia mostra antologica nell’Ala Napoleonica, a Venezia. Nel 1979, in occasione dei novant’anni dell’artista, Venezia lo festeggia con un grande convegno alla Fondazione Giorgio Cini. Virgilio Guidi muore a Venezia il 7 gennaio 1984, mentre è in corso alla Galleria Il Traghetto un’esposizione dei suoi ultimi dipinti. Dopo la sua morte sono state organizzate numerose mostre dell’artista in Italia e all’estero, l’ ultima grande mostra antologica è stata organizzata dallo Studio d’Arte Gr a Venezia nel 2021 alla Fondazione Bevilacqua La Masa e alla Galleria Ca’ D’Oro a Palazzo Franchetti. Giudecca 800/Q,